Avreste mai detto che gli animali sanno contare? Che addirittura le galline hanno un’idea delle grandezze? Che il numero più importante in matematica si chiama “pi greco”? Che la matematica non serve a vincere al superenalotto? E soprattutto, che la matematica può essere addirittura una forma d’arte?
Perché diamo i numeri? è un libro che parla di matematica in modo molto divertente e che vuole rispondere a tutte quelle curiosità che la matematica, se solo conosciuta un po’ meglio, potrebbe suscitare.
Bruno D’Amore, un matematico che si occupa da anni ormai di didattica della matematica, si preoccupa di rispondere con pazienza e simpatia. Un matematico simpatico, sì, avete capito bene!
1) Come mai la matematica crea tante antipatie e insofferenze? Le maestre di matematica sono forse più antipatiche?
“Assolutamente no, ci mancherebbe. La matematica sarebbe di per sé una materia divertente, piena di sorprese, tant’è che i bambini piccoli, diciamo fino ai dieci anni, sono in genere attratti dalla matematica. Gli insegnanti in quegli anni hanno modo di far conoscere loro il gioco che c’è dietro. Purtroppo però è una disciplina che, ad un certo punto, richiede un certo formalismo e quando si arriva alle medie, noi tutti ce lo ricordiamo, cambia un po’ faccia e comincia a diventare più complessa. Quindi se l’insegnante decide culturalmente e professionalmente di dedicare un po’ del tempo che ha a disposizione a far capire il senso della matematica e ad attrarre i ragazzi, allora tutto funziona bene; ma se si trincera dietro questi formalismi perde purtroppo più della metà degli studenti.
Il momento tragico sono i quattordici anni, che già è un’età massacrante di per sé. In più ci si mette la matematica che è incomprensibile, non si capisce il perché un quattordicenne debba studiare i polinomi. Sarebbe giusto che gli insegnanti spiegassero loro il perché di questa fatica.”
2) A scuola si creano quasi sempre le fazioni: fan dell’italiano e fan della matematica. Quando era lei ad essere sui banchi di scuola qual era la materia che preferiva? La matematica era già nel suo cuore?
“Io sono sempre andato bene sia in italiano che in matematica a scuola. Mi venivano spontanei. Ricordo, quando avevo quattordici-quindici anni, che non capivo perché i miei compagni non capissero. Mi sembrava tutto così ovvio. Io passavo compiti a tutti, che mi adoravano e in cambio mi offrivano qualche merenda…ho pagato poi le conseguenze in qualche chilo di troppo! Non riuscivo a capire dove fosse la difficoltà. E credo che uno dei motivi che mi hanno spinto ad occuparmi di didattica – ho fatto il matematico di professione per diversi anni prima – fosse proprio la curiosità di capire cosa ci fosse dietro la mancata comprensione.
Perché un ragazzo intelligente, che capisce la “Divina commedia”, non capisce la fattorizzazione dei polinomi? A me sembra impossibile, perché la prima è una cosa difficile e complessa, mentre le altre sono stupidaggini. Mi sono messo a studiare questo tipo di ragazzi, che vanno bene in tutto, ma falliscono proprio in matematica e ho fatto delle scoperte incredibili. La maggior parte di loro fallisce non per colpa della matematica, ma per colpa dei meccanismi formali della matematica.
Ci sono due tipologie diverse di persone che reagiscono male alla matematica. Quelle che non ne capiscono la fantasia e l’artisticità e le vanno a ricercare tra le altre discipline. Con queste persone, io applico il procedimento contrario: mostro la matematica che sta dietro molte opere d’arte e di letteratura. A questo proposito ho scritto vari libri che hanno avuto un ottimo successo come Leonardo e la matematica oppure Matematica. Stupore e poesia . Poi ci sono invece delle persone più tecniche e pragmatiche, che hanno bisogno di sentirsi dire a cosa serve la matematica. A questi rispondo che siamo circondati dalla matematica: qualunque cosa tu faccia, dall’uso del cellulare all’operarsi agli occhi, è legato strettamente alla matematica. Ho scritto un libro anche per loro Matematica dappertutto – spiegando che, ovunque guardi, c’è della matematica.
3) In Italia la scuola inizia proprio oggi per la maggior parte degli studenti, un consiglio e un augurio che farebbe ai bambini e ragazzi che già partono con il cruccio di un anno di matematica da affrontare?
Auguro ai bambini di riconciliarsi con la matematica e di ritrovare il divertimento opportuno in tutto quello che faranno di matematica.